1. Arte della fuga Paolo Falasca 55:41

Arte della fuga

Genere : Musica di scena

Video: Charlotte Wuillai


Foto: Charlotte Wuillai
Testi: Pietro Floridia

Attori: Abraham Tesfai e Pietro Floridia

Musiche originali: J.S.Bach, elaborazione biennio 2 di Composizione per la musica applicata alle immagini del Conservatorio di musica “F. Venezze” di Rovigo

Coordinamento musicale: Daniele Furlati

Musicisti sul palco

Nico Dalla Vecchia: Basso elettrico

Paolo Falasca: Chitarra elettrica

Luca Leprotti: Live electronics

Eugenio Mininni: Live electronics

La prima idea de “L’Arte della fuga” nasce un anno fa nell’ambito del progetto europeo ATLAS HISTORY UNDER CONSTRUCTION che vede coinvolte compagnie teatrali, Università ed artisti di Francia, Belgio, Polonia, e che ha per oggetto di riflessione una prospettiva comparata tra le memorie degli europei e quelle di migranti e rifugiati.
Il regista Pietro Floridia, direttore artistico dei Cantieri Meticci, e Charlotte Wuillai, scenografa ed artista visiva, hanno analizzato e de-costruito la fuga dei rifugiati, andando a identificare dei temi ricorrenti, delle dinamiche comuni, delle parole chiave, delle invenzioni e strategie tipiche per cercare di sopravvivere. Di questa ricerca si è scelto di selezionare alcuni verbi che articolano figure tipiche della fuga, e che possono risultare utili come punto di partenza per una creazione di carattere artistico in grado di generare un salto di livello in un ambito più astratto, stratificato, suscettibile di molteplici interpretazioni. “Varcare”, “Stivarsi”, “Cadere” “Aggrapparsi”, “Mascherarsi”, “Volare”: questi le azioni che Charlotte Wuillai ha messo al centro della sua ricerca visiva, andando a realizzare sei pannelli video che, a partire da un’immagine centrale, declinano in modo eterogeneo il tema del verbo, secondo una tecnica di Atlante che ha il suo fondatore in Aby Warburg, il quale, nell’opera Mnemosyne, compose dei montaggi tra le immagini più disparate accomunate da un tema pittorico comune che appariva e scompariva nei secoli. Ne risulta un montaggio video di immagini che appaiono, scompaiono, si inseguono, dialogano in contrappunto l’una con l’altra, per contrasto, per somiglianza, per costellazioni di senso, per nuclei comuni pur nella diversità. Immagine contro immagine, nota contro nota; alla ricerca visiva s’intreccia il pensiero musicale. L’installazione dialogando con i contrappunti dell’Arte della Fuga di Bach rivisitati, genera inedite associazioni, lampi concettuali ma anche emozioni.